Overtraining : cos’è e i segnali per riconoscerlo

Pubblicato il 12-06-2016

Dedizione, forza di volontà e determinazione nello sport sono fondamentali, non si raggiunge alcun risultato senza uno sforzo, ma quando si supera il limite senza ammetterlo si rischia l'affaticamento psico-fisico, che non si deve mai sottovalutare.

Cosa si intende per fatica? “Fatica: diminuzione sia percepita sia oggettivamente misurata della capacità fisiologica di eseguire un lavoro'' (Dizionario della medicina Treccani)

“Il fenomeno della fatica può essere definito come un declino della prestazione attribuibile alla necessità di preservare lo sforzo'' (Thomas Reilly)

La fatica si distingue in:

  1. Fatica acuta: fenomeno a carico dell'apparato cardiocircolatorio e respiratorio;
  2. Fatica cronica: distonia neurovegetativa o di nevrosi d'organo caratteristico dell'interessamento nervoso. E' una condizione che si verifica negli atleti stressati da competizioni ravvicinate e/o da fattori esterni.

Quando si parla di fatica cronica, si tende a distinguere l'overreaching dall'overtraining:

  • Overreaching è un sovrallenamento nel breve termine, considerato l'anticamera dell'overtraining, un sovrallenamento meno grave causato da carichi di lavoro elevati e prolungati nel tempo, e fasi di recupero insufficienti.
  • Overtraining è un sovrallenamento nel lungo termine, una situazione cronica di calo prestativo accompagnato da sintomi fisici e/o psichici.

In letteratura l'overtraining (termine anglosassone) è detto anche: sovrallenamento, stato di semifatica, sovraccarico, stato di incompleto riposo o recupero, stato di pre malattia (quando le uscite superano le entrate, ovvero il catabolismo supera l'anabolismo), surmenage (in francese).

A seconda che la fatica colpisca il sistema simpatico o parasimpatico, si possono distingue alcuni segnali quali:

  • Nella forma simpatica: diminuzione della prestazione sportiva; modificazioni cardiocircolatorie e immunologiche; riduzione di peso; sbalzi di umore. Questa forma è tipica degli atleti che svolgono sport di velocità e potenza (anaerobici).
  • nella forma parasimpatica: modificazioni simili a normali adattamenti positivi dell'allenamento, e queste comportano una difficile diagnosi. Questa forma è tipica degli atleti che svolgono sport aerobici.

La fatica è un disturbo multifattoriale - Evidente calo prestativo, sbalzi di umore, disturbi del sonno, mancanza di appetito, perdita di peso, dolore muscolare tardivo, apatia, svogliatezza, disattenzione - sono tutti segnali di un'evidente stato di fatica psicofisica.

Per evitare di incorrere in uno stato di sovrallenamento (overtraining), per cui è stato dimostrato che occorrono settimane, e in alcuni casi anche mesi, per rimettere in sesto la salute psicofisica dell'atleta, occorrerebbe:

  • studiare l'allenamento in base alle caratteristiche fisiche del soggetto, allo stile di vita e all'ambiente in cui vive e si allena.
  • Evitare allenamenti di routine e standardizzati.
  • Prevedere periodi di recupero, in base al periodo pre - durante - post gara/obiettivo.
  • Apprendere tecniche di rilassamento che rigenerano dall'interno i tessuti di ogni organo vitale e che rimettono in armonia corpo e mente.