L’importanza dello Stretching

Pubblicato il 08-05-2020
Stretching: croce e delizia di molti sportivi, anzi, correggiamo il tiro: per la maggior parte degli atleti più croce che delizia, soprattutto in ambito sportivo amatoriale.

Lo stretching ha un immenso ambito applicativo che spazia dallo sport di prestazione alla riabilitazione, passando per la rieducazione posturale e per finire, forse, con la prevenzione. È noto da decenni quanto sia importante eseguire periodicamente esercizi di stretching, per i benefici indotti sulla qualità e sulla scioltezza del movimento, sulla mobilità articolare, sulla flessibilità muscolo-tendinea e sul dibattutissimo tema della prevenzione degli infortuni; tutto questo indipendentemente dalla tipologia della disciplina praticata e dal livello del praticante.

Le forme e le relative metodologie di stretching sono molte ed ognuna con le sue caratteristiche e specificità applicative: stretching statico, statico-attivo, passivo, dinamico, balistico, con facilitazione propriocettiva e neuromuscolare (pnf). Per la serie: chi più ne ha più ne metta!

In generale possiamo dire che la scelta del metodo e degli esercizi di stretching devono necessariamente passare da un’attenta analisi dei soggetti a cui ci si rivolge che tenga conto di: età, caratteristiche morfologiche, background sportivo e relativo livello, valutazione della mobilità e della qualità dei movimenti funzionali di base, storia di infortuni e storia del percorso riabilitativo; il tutto integrato da un’attenta analisi biomeccanica dei gesti tecnici e dei movimenti sport-specifici.

Come professionisti dello sport che lavorano in ambito amatoriale siamo testimoni diretti di come lo sportivo dilettante, per dare libero sfogo alla propria passione, incastri allenamenti e gare nei ritagli di tempo tra impegni familiari e lavorativi. Il problema quindi per molti è la mancanza di tempo che, malgrado impegno e volontà, nella programmazione dei nostri allenamenti ci impedisce di poter fare tutto a regola d’arte e spesso qualche aspetto va tagliato. Ed ecco che lo stretching, nella stragrande maggioranza dei casi, diventa la prima vittima della scarsità di tempo.

Consapevoli dell’importanza di inserire lo stretching in maniera costante e strutturata all’interno dei nostri programmi di allenamento e del problema tempo, abbiamo pensato di creare delle routine di stretching complete e di breve durata. Gli esercizi non sono strutturati in maniera analitica su un unico muscolo o su un unico distretto muscolare ma nelle sequenze che proponiamo l’attenzione è rivolta alle principali catene cinetiche muscolari. Il lavoro è globale e  mirato all’allungamento di più muscoli che interessano segmenti corporei vicini e che si contraggono in maniera coordinata, simultanea o alternata, in base alle caratteristiche dei movimenti e delle azioni muscolari che svolgono: siano esse sport-specifiche (gesti tecnici principali) che relative alla postura o ai movimenti di locomozione quotidiana.

Nelle mobility-routine si propongono sequenze di esercizi in cui si alternano diverse tipologie di stretching: statico, statico-attivo, integrando anche esercizi di decompressione miofasciale con piccoli attrezzi dedicati.

Le due routine mostrate nel video sono un esempio di come si possa lavorare in poco tempo (10 minuti) ma in maniera globale e precisa andando a lavorare la flessibilità delle componenti muscolo-tendinee ed  a mobilizzare distretti articolari della parte superiore ed inferiore del corpo. Gli esercizi possono essere inseriti nella parte finale del warm up di un allenamento sia specifico che a secco o al termine di sedute di bassa intensità. Ne sconsigliamo l’esecuzione integrale al termine di allenamenti di alta intensità, ovvero quando sia il muscolo che la componente neuromuscolare sono affaticate. Le routine inserite nel programma settimanale almeno tre volte alla settimana, consentono di migliorare in poco tempo sia la mobilità articolare che la flessibilità.

ROLLING DREAMERS

Matteo Venzi Co-Founder

Andrea Gelli Co-Founder

Luca Zaina Head Coach

Giovanni Pontiggia Assistant Coach

 

A cura di: Ufficio Stampa ProAction