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Il collagene presente negli integratori alimentari può essere estratto da diverse fonti (tutte animali, dato che il collagene vegetale non esiste).
La principale fonte di estrazione è quella bovina, a causa dell’ampia disponibilità e della biocompatibilità 1.
In base alle esigenze e alla destinazione d’uso, l’estrazione del collagene bovino può essere effettuata da diversi tessuti, come ossa, tendini, tessuto polmonare o altri tessuti connettivi.
L’assunzione di collagene (bovino o da altre fonti) è associata a numerosi benefici per la salute, tra cui il sollievo dall’artrite, il miglioramento della salute della pelle e la prevenzione della perdita ossea.
Il collagene è una proteina fibrosa, altamente complessa, il corpo umano e in generale i mammiferi contengono diversi tipi di collagene. Ciò che diversifica questi tipi di collagene è il contenuto di amminoacidi, che a sua volta si traduce in differenze strutturali e funzionali.
Ad esempio, il collagene contenuto nei tendini è più resistente di quello presente nei polmoni (che risulta invece più elastico), così come il collagene presente nella cartilagine e negli occhi (corpo vitreo) differisce da quello contenuto nella pelle.
Il tipo di collagene non dipende tanto dall’animale, ma dal tipo di tessuto connettivo da cui viene estratto 2. Il collagene bovino, ad esempio, può essere estratto da pelle, ossa, tendini, cartilagini o tessuto polmonare dell’animale ed è ricco di idrossiprolina e presenta una resistenza meccanica elevata. Detto questo, i vari tipi di collagene (ne sono stati individuati 28, composti da almeno 46 distinte catene polipeptidiche) risultano comunque molto simili tra loro 3.
In particolare, nella catena di amminoacidi che li caratterizza troviamo sempre la sequenza ripetuta "Gly-X-Y", dove Gly è la glicina (il più piccolo amminoacido in natura) e X e Y sono spesso prolina (Pro) e idrossiprolina (Hyp). Pro-Hyp-Gly è la tripletta più comune (10,5%) 4. Questa ripetizione amminoacidica si verifica in tutti i tipi di collagene ed è probabilmente l’elemento più importante che ne determina l’efficacia e l’utilità nutraceutica. Secondo il principio di “sostituire il simile con il simile“, spesso si consiglia di scegliere il tipo di collagene in base alla destinazione d’uso. Ad esempio: per la bellezza della pelle, preferire il collagene di tipo 1 e di tipo 3 (contenuti nella pelle degli animali); per la salute delle articolazioni, preferire il collagene di tipo 1 e soprattutto di tipo 2 (contenuto nella cartilagine).
Tuttavia, si tratta di un aspetto sopravvalutato e scarsamente influente. Esiste infatti un fattore molto più importante, che è rappresentato dal contenuto di peptidi bioattivi nel collagene scelto.
Il nostro collagene è presente in forma idrolizzata (o predigerita). In pratica, per migliorarne sapore, solubilità ed efficacia, il collagene viene ridotto (idrolizzato appunto) in frammenti proteici più o meno piccoli. Una volta ingerito, il collagene idrolizzato viene ulteriormente scomposto dall’intestino umano, che lo riduce in brevi catene composte da 2-3 amminoacidi e in singoli amminoacidi. A questo punto, è molto importante capire che l’efficacia dell’integrazione di collagene idrolizzato si basa su due diverse modalità d’azione 1:
Il contenuto di peptidi bioattivi riveste quindi un ruolo determinante nel determinare l’efficacia di un integratore di collagene. I principali e più importanti peptidi bioattivi del collagene sono la prolil-idrossiprolina (prolina-idrossiprolina), l’idrossiprolil-glicina (idrossiprolina-glicina) e il tripeptide glicina-prolina-idrossipolina 5. A tal proposito, occorre tener presente che: sebbene il collagene venga digerito casualmente e facilmente nel tratto gastrointestinale, non viene facilmente scisso in peptidi bioattivi. Per questo, è importante assumere integratori che contengono elevate quantità di questi peptidi. I piccoli peptidi bioattivi presenti nell’integratore risultano resistenti alla digestione.